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MICHELE MONNO
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Michele Monno

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03/02/2006
Aperture domenicali

Prima di dichiarare il nostro pubblico dissenso sull’estensione delle aperture domenicali a 38 domeniche, noi della Margherita ci eravamo mossi. Il 10 novembre del 2005 abbiamo presentato in Consiglio Comunale un atto di indirizzo per la giunta municipale che limitava a 12 le aperture annuali; quell’atto fu condiviso dall’assessore Ventrella, fu sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza e passò all’unanimità con il voto anche del sindaco Emiliano. Abbiamo ritenuto accettato il contenuto di quella proposta, che fu frutto di un compromesso tra le varie forze consiliari e veniva incontro sia ai consiglieri di ispirazione socialista (la seconda Internazionale per la difesa del giorno festivo e delle 40 ore settimanali fece del I maggio un giorno internazionale di lotta), sia ai consiglieri di cultura cattolica memori del tema del Congresso Eucaristico di maggio “senza la domenica non possiamo vivere”. Oggi capiamo che il voto di quella giornata fu per alcuni un momento di debolezza del cuore. Capita, riprendiamo le argomentazioni. Non conviene svuotare le decisioni del Consiglio Comunale in sede di trattative con parti sociali, associazioni o comitati; significa rimettere giornalmente in discussione la legittimità delle Assemblee elettive, quasi che il Consiglio non sia l’espressione dell’intera cittadinanza e non ne esprima (nel bene e nel male) gli orientamenti. Il dialogo va esteso a tutto campo ma il momento decisionale importante sta nell’Istituzione, frutto peraltro di una conta elettorale per liste e per voto di preferenza. Le decisioni si possono anche rivedere ma ripassano attraverso un voto democratico. A questo problema si aggiunge il rispetto che nella coalizione bisogna avere sugli orientamenti culturali dei Partiti e di una parte dei consiglieri che ritiene la domenica nella sfera indisponibile dei diritti della persona. Il senso della festa è non solo nel riposo del corpo ma nell’elevazione dell’anima, che non pensa ai problemi di produzione e di mercato, ma alle necessità dello spirito e alla propria formazione. L’accento che noi cattolici diamo ai diritti fondamentali della persona si scontra anche con l’orientamento del nuovo bando delle Cooperative Edilizie, in cui i criteri dei punteggi premiano imprese che non hanno mai operato e il loro apparato burocratico consortile. In queste discussioni ci muoviamo in sintonia con i nostri consiglieri regionali alla dura prova della legge per la famiglia. Per tutti questi motivi la Margherita chiede di ridiscutere questi argomenti con il Sindaco e le forze della coalizione.

pubblicato su gazzetta del mezzogiorno

 


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