03/02/2006
Aperture domenicali
Prima di dichiarare il nostro pubblico dissenso
sull’estensione delle aperture domenicali a 38 domeniche,
noi della Margherita ci eravamo mossi. Il 10 novembre del 2005
abbiamo presentato in Consiglio Comunale un atto di indirizzo
per la giunta municipale che limitava a 12 le aperture annuali;
quell’atto fu condiviso dall’assessore Ventrella,
fu sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza e passò all’unanimità con
il voto anche del sindaco Emiliano. Abbiamo ritenuto accettato
il contenuto di quella proposta, che fu frutto di un compromesso
tra le varie forze consiliari e veniva incontro sia ai consiglieri
di ispirazione socialista (la seconda Internazionale per la
difesa del giorno festivo e delle 40 ore settimanali fece del
I maggio un giorno internazionale di lotta), sia ai consiglieri
di cultura cattolica memori del tema del Congresso Eucaristico
di maggio “senza la domenica non possiamo vivere”.
Oggi capiamo che il voto di quella giornata fu per alcuni un
momento di debolezza del cuore. Capita, riprendiamo le argomentazioni.
Non conviene svuotare le decisioni del Consiglio Comunale in
sede di trattative con parti sociali, associazioni o comitati;
significa rimettere giornalmente in discussione la legittimità delle
Assemblee elettive, quasi che il Consiglio non sia l’espressione
dell’intera cittadinanza e non ne esprima (nel bene e
nel male) gli orientamenti. Il dialogo va esteso a tutto campo
ma il momento decisionale importante sta nell’Istituzione,
frutto peraltro di una conta elettorale per liste e per voto
di preferenza. Le decisioni si possono anche rivedere ma ripassano
attraverso un voto democratico. A questo problema si aggiunge
il rispetto che nella coalizione bisogna avere sugli orientamenti
culturali dei Partiti e di una parte dei consiglieri che ritiene
la domenica nella sfera indisponibile dei diritti della persona.
Il senso della festa è non solo nel riposo del corpo
ma nell’elevazione dell’anima, che non pensa ai
problemi di produzione e di mercato, ma alle necessità dello
spirito e alla propria formazione. L’accento che noi
cattolici diamo ai diritti fondamentali della persona si scontra
anche con l’orientamento del nuovo bando delle Cooperative
Edilizie, in cui i criteri dei punteggi premiano imprese che
non hanno mai operato e il loro apparato burocratico consortile.
In queste discussioni ci muoviamo in sintonia con i nostri
consiglieri regionali alla dura prova della legge per la famiglia.
Per tutti questi motivi la Margherita chiede di ridiscutere
questi argomenti con il Sindaco e le forze della coalizione.
pubblicato su gazzetta del mezzogiorno