"Chi progetta e realizza
scempi
non può rimanere impunito"
Ermete
Realacci, presidente di Legambiente: demolirli, un segnale forte
lintervista
SARA
STRIPPOLI (14 gennaio 2001)
«Vogliamo dare un segnale forte? Abbattiamoli, e al più
presto». Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente
va dritto al sodo.
Realacci, Legambiente una sua personale classifica di ecomostri da far
esplodere lha già compilata da tempo. La sua risposta quindi
ci sembra ovvia: Punta Perotti, piazzandosi ai primi posti di quella
hit negativa, va abbattuta.
«Innanzitutto voglio rivendicare la paternità del termine,
Il copyright di Ecomostri è nostro, ricordiamolo, siamo noi ad
averlo inventato e teniamo a quella top ten delle brutture edilizie
dItalia. Chiarito questo, passiamo al punto. Punta Perotti deve
essere rasa al suolo e le spiego perché: solo in questo modo
si riuscirà a scendere in guerra e a vincere qualche battaglia
contro labusivismo».
Ci vuol dire che abbattere è sinonimo di educare?
«In questo caso direi proprio di sì. E necessario
che si lanci un messaggio chiaro: chi progetta e realizza questi scempi
non deve fare affidamento sullimpunità. Ecco perché
tremo ogni volta che sento parlare di sanatorie. Perché so con
certezza che dopo, inevitabilmente, labusivismo torna ad essere
protagonista. E il segnale che si da abbattendo mostri quali Punta
Perotti o Punta Fuenti non porta soltanto ad impedire la costruzione
di obbrobri del genere, ma anche a suonare un campanello dallarme
perché lattenzione si sposti anche sulle periferie».
Cosa ne pensa di quelle baresi?
«Non conosco la periferia barese così bene da poter fare
una mappatura completa, ma ricordo di aver visto situazioni tremende».
Non pensa allora che Punta Perotti è soltanto un simbolo e che
tuttintorno, dimenticate, le brutture si sprecano? Pietregea,
a Polignano, è soltanto un altro esempio. Ma quanto a mancanza
di sensibilità urbanistica, anche i quartieri a rischio di Bari
non scherzano.
«Appunto per questo è necessario non mostrare alcuna indulgenza.
Bisogna far vedere che valorizzare il patrimonio e le bellezze locali
antiche di secoli, si può e si deve fare. Il lavoro di pulizia
in Italia è difficile e molto lungo. Non dimentichiamo che da
50 anni nel nostro Paese non si produce nulla di bello. Nei secoli precedenti
una consuetudine così prolungata con il brutto non cera
mai stata».
E ora di dimostrare che è indispensabile virare, fare uninversione
di tendenza. E così?
«Esatto. Noi cerchiamo di dare il nostro contributo. Oltre a pubblicare
le black list del peggio disseminato sul territorio, il 29 gennaio,
giorno in cui è in programma ludienza definitiva di fronte
alla terza sessione della Cassazione su Punta Perotti, noi partiremo
con una grande iniziativa realizzata in collaborazione con il Ministro
Melandri: un concorso per la riqualificazione di alcune aree di interesse
paesaggistico tra le quali cè anche il litorale barese».
Un caso o una provocazione?
«Un caso. Però il lancio di questo nuovo progetto che vedrà
allopera gli architetti italiani che vorrano cimentarsi con questa
scommessa non poteva cadere in un giornata migliore».