Comune
di Bari
seduta consiliare 11 ottobre 2004
Ripresa lavori consiliari ore 18.35.
Presidente
Consiglieri in aula, procediamo all'appello…
Segretario Generale (fuori
microfono)
Se sono tutti presenti…
Presidente
Prego Consiglieri prendete posto. Allora Consiglieri riprendiamo ì lavori,
la parola al cons. Monno, grazie.
Cons.Monno
…commento sul programma. Il nostro programma è nato ed è condiviso
sullo slancio delle forti idealità politiche e culturali di cambiamento
che abbiamo espresso un po' tutti quanti in campagna elettorale, quindi è un
programma abbastanza bello, condivisibile, di grandi prospettive. Però oggi
lo dobbiamo attualizzare. Io ho l'impressione che un programma vero e proprio
lo dobbiamo rinviare ad una discussione fra qualche mese, forse dopo la campagna
elettorale regionale, perché sicuramente devono essere rilette le priorità,
devono essere rilette le questioni concrete da dover attuare.
Di fatto è come se noi stessimo inchiodati a terra, come se questi grandi
slanci ideali, questi voli meravigliosi sulla città di Bari, questa
voglia profonda di rinnovamento e di riprogrammazione della città ci
vedano oggi come quegli uccelli inchiodati a terra. Noi siamo fatti per andare
a caccia sui voli alti, perciò dobbiamo rivedere in questo momento l'esperienza
dei primi 50 giorni, tutto sommato, della nostra Amministrazione rispetto a
quelle prospettive, e quelle rettifiche che bisognerà cominciare a studiare.
Le città ha bisogno dì segnali forti di cambiamento, la città ha
bisogno di dimostrare come la nuova Amministrazione di Centrosinistra abbia
contenuti e modalità innovative, la città ha bisogno di vedere
queste trasformazioni riformistiche di cui siamo stati portatori. Su questo
abbiamo condiviso la campagna elettorale, capisco che tutto il programma è frutto
di questa magnifica esperienza, ma oggi va attualizzato, andrà concretizzato.
Di fatto assistiamo ad una situazione di continuità con la vecchia Amministrazione.
L’altro giorno leggevo la relazione sul controllo strategico dell'anno
2004, i giudizi espressi dal Nucleo di valutazione sono in perfetta linea di
continuità, sembra che ci sia un processo di autoincensazione, come
se qualcuno abbia riformulato i giudizi da gennaio al 24 settembre 2004, guardandosi
allo specchio e preparandosi un incensiere.
E vediamo alcune delle questioni su cui dobbiamo dare forti segnali di cambiamento.
Una delle questione che alla Margherita sta più a cuore è il
programma sul decentramento amministrativo, o meglio sulle nuove municipalità urbane,
ci sono sette passaggi del programma sulla storia delle municipalità urbane.
Sicuramente i linguaggi, gli obiettivi, anche i modi linguistici di esprimere,
sono un po' diversi nei singoli e diversi passaggi. Bisogna ricucire i passaggi
che ci sono sulle municipalità per dire che cosa noi vogliamo concretamente
fare.
Il processo di riforme si fa secondo obiettivi, con programmi chiari, cadenzati,
sistematici, che devono vedere le prospettive, non solo perché leggiamo
sui giornali ed anche nelle riunioni sentiamo che Consiglieri di maggioranza
delle nostre Circoscrizioni abbiano abbastanza da ridire sui modi di coinvolgimento
degli stessi Consiglieri e delle stesse Circoscrizioni sui modi di attuazione,
però è anche vero che a vedere la città sembra ancora
che non sia successo nulla. Io stesso percorrendo in macchina da Mungivacca
al centro cittadino vedo l'assenza totale dei nostri vigili urbani, dalle Casermette
fino al centro di piazza Luigi di Savoia, per poi rivedermi un gran numero
di vigili tutti concentrati al centro; cioè la mattina stanno tutti
davanti alle scuole, dopo di che richiamo generale. Non si ora detto nei nostri
programmi che avremmo creato sulle municipalità anche il decentramento
del Corpo dei Vigili? Perché si aspetta la sostituzione del Capo della
Polizia Municipale invece di riorganizzare i piani di servizio della disposizione
delle forze di polizia urbana all’interno delle singole Circoscrizioni
e dei singoli quartieri? Sono riforme piccole, concrete, non costose, ma visibili
rispetto alla cittadinanza.
Sulle stesse municipalità dobbiamo capire se andiamo avanti per programmi
condivisi, oppure per trasferimento di pezzi di Bilancio, vale a dire le municipalità dovranno
entro sei mesi, un anno, avere una propria autonomia di Bilancio? Sapremo assegnare
loro quei compiti esclusivi che dovranno attuare, cioè quello che è delle
Circoscrizioni? Perché questo semplificherebbe molto su quello che dobbiamo
fare come Comune centrale; questa idea chiara, questa distinzione deve essere
ancona ragionata, discussa, codificata.
Portiamo avanti questa misura della costituzione delle municipalità urbane.
Un esempio, il piano triennale delle opere, o il piano di attuazione annuale,
dobbiamo capire quello che è gestibile nel futuro soprattutto nel settore
delle manutenzioni, da parte delle nuove municipalità, da quelli che
sono i grandi numeri, le grande opere di infrastrutture che deve realizzare
il Comune centrale, trasferire pezzi di Bilancio, trasferire una competenza
di spese autonoma forse anche per cifre iniziali fino a 100.000 euro : mi sembra
un modo concreto di affrontare l'inizio della costituzione delle municipalità.
Non vogliamo soltanto i Bilanci condivisi o soltanto ragionati con i Consigli
di Circoscrizione, dobbiamo trasferire su di loro i Bilanci, dei Bilanci autonomi
su cui possono avere una capacità di verifica ed anche perseguire nelle
stesse Circoscrizioni l'attuazione degli stessi.
Parlo già delle manutenzioni : abbiamo anche suggerito in Margherita,
agli Assessori con cui abbiamo avuto una lunga riunione, Lorusso e De Caro,
questa distinzione di quello che potrebbe essere fatto tra i lavori pubblici
da assegnare alle Circoscrizioni e i lavori pubblici su grandi temi, parlo
per esempio del PIT 3, che sicuramente sarà compito della nuova città metropolitana
e quindi del Consiglio comunale. Questi segnali devono essere dati.
Le municipalizzate e le nomine: siamo stati oggetto di una grande operazione
mediatica che contestava ai partiti la volontà, con situazione di proporzionalità,
di assegnare le nomine. Sicuramente le nomine in ultima analisi saranno decise
solo dal Sindaco, però è anche vero che i partiti devono partecipare
a sollecitare le forze migliori, sollecitare le persone ad aderire ai bandi,
ad individuare anche il meglio che nella società civile ci possa essere
per dirigere queste aziende.
Dirò a proposito che le aziende per gli obiettivi che ci siamo posti
dovranno essere rette da personale di alto profilo, forse anche che una parte
si debba prendere da altre aziende municipalizzate in Italia, forse anche che
dobbiamo chiedere aiuto agli altri Sindaci e alle altre Amministrazioni per
avere quadri adeguati, quadri già allenati, addestrati a dirigere società presenti
in Borsa, dobbiamo avere questo coraggio di portare alla competizione le nostre
AMGAS e AMIU.
Non possiamo far fare all'AMGAS la fine che abbiamo ricevuto su Telecom e ENEL
dopo le privatizzazioni in Puglia. Telecom ha avuto un abbassamento di occupati
notevole : si parla da 4.800 addetti della Telecom in Puglia siamo passati
a 2.400 e c'è l'obiettivo per 400 altri di svincolarli in una società diversa
di informatica.
Anche per l'ENEL, abbiamo processi di ristrutturazione interna diciamo che
portano ad un dimagrimento sostanziale dell'occupazione in Puglia, noi a questo
dobbiamo cercare di reagire con le migliori energie, anche affiancando ai migliori
cervelli - che in Italia ci sono per dirigere le municipalizzare di altre città -
competenze locali, dobbiamo affiancare i locali a quadri dirigenti già addestrati,
che abbiano già prodotto sostanza, occupazione e utili sul territorio,
per farne di nuovo delle aziende competitive.
Quindi voglio spezzare una lancia a favore anche di questa nuova riorganizzazione
dei Consigli di Amministrazione, devono essere Consigli di alto profilo e nel
programma quando è scritto questo, deve essere attuato con precisa volontà.
A me non andrà mai di nominare a Presidente, al posto di un avvocato
di Destra. un avvocato di Centrosinistra la cui capacità è soltanto
quella di essere un avvocato iscritto all'Ordine, è un prerequisito
ma non è un requisito essenziale per dirigere delle municipalità delle
aziende in S.p.A. che devono competere fortemente con grandi colossi europei.
La città della pace, ne ho parlato a lungo con amici preti, con amici
che sono vicini anche ai problemi interreligiosi e interculturali, che vivono
in zone di guerra in cui i problemi storici, soprattutto in Palestina, il rapporto
con le popolazioni presenti sul territorio deve essere innanzitutto un fattore
di integrazione culturale, dobbiamo aderire ai loro bisogni, dobbiamo farli
compartecipi della nuova scelta, della nuova città, però non é sul
terreno religioso che si deve discutere questo confronto, ma sul terreno delle
solidarietà sociali. Solo a partire da un'integrazione sociale sarà possibile
avere un dialogo interreligioso serio, perché la religione non può servire
da esca di confronto duro di ideologie e di presupposti vacui, ma deve essere
un terreno di collaborazione che fanno gli uomini con le loro culture, con
le loro presenze e soprattutto con la loro volontà di pace, con il loro
desiderio di integrazione.
Per questo dobbiamo andare avanti e riformulare il programma, questo è l'invito
che faccio al Sindaco, tra qualche mese, tra qualche mese dovremo passare dal
programma ideale al programma operativo, in cui il Consiglio comunale sia coinvolto
pienamente. Grazie.