FEDE,
TRADIZIONE, FOLKLORE
La Terra di Bari e la Puglia intera sono
uno scrigno di immenso valore per i caratteristici riti della
Settimana Santa, ampiamente diffusi su tutto il loro territorio. Cleto
Bucci, console barese del Touring Club e studioso di tradizioni
popolari, continua ad incantare platee, anche extraregionali,
con le sue originali testimonianze sulla poesia e la fede delle rappresentazioni
sacre che coinvolgono intere comunità pugliesi: dagli stradari di
Molfetta alla processione della Spina Santa di Andria,
dalla processione dei Misteri di Bari alla nazzicata dei Perdune di Taranto,
dal Legno Santo di Bitonto allintorciata di Triggiano,
dai crociferi di Noicattaro alla quarantana di Ruvo
di Puglia. Una miniera di informazioni raccolta certo anche con
curiosità di appassionato di storia ma con il rispetto e la discrezione dovuta
a manifestazioni di fede collettive sincere pur se spettacolari.
Cleto Bucci
con le sue fotografie e il suo racconto ha colto quello che è il lato oscuro
e affascinante del bisogno di espiazione delluomo, così forte che da
rivivere in riti antichissimi anche in unepoca così apparentemente superficiale
come la nostra.
In molte località, per tutta la settimana santa, si tengono Sacre Rappresentazioni
della Passione e morte di Cristo. I Misteri del Venerdì Santo occupano
un posto preminente nelle processioni quaresimali.
Questa processione può essere formata da un minimo di tre statue(Cristo
morto, lAddolorata, il Legno Santo) come a Bitonto,
ad un massimo di quattordici( S. Pietro, Cristo allorto, Cristo
alla colonna, lEcce Homo, S. Giovanni, Cristo al
Calvario, il Cireneo, la Veronica, Maria Maddalena, Maria
di Cleofe, Cristo in croce, Cristo morto, lAddolorata,
il Legno Santo) come a Modugno. Quasi ovunque, sono organizzate
dalle Confraternite o Congreghe; fanno eccezione alcuni paesi, dove le statue,
di proprietà privata, vengono addobbate da famiglie nobili e proprietari
terrieri. Nella processione dei Misteri compare in molti comuni(Bitonto, Ruvo
di Puglia, Conversano, Barletta, Giovinazzo, Modugno)
il Legno Santo. E un tempietto, a volte architettonicamente molto
valido, coperto fino allinverosimile di luci e fiori; al centro di questo
trofeo floreale e collocata una croce-reliquiario di metallo nobile recante,
allincrocio delle due braccia, una scheggia della croce sulla quale fu
crocefisso Gesù.
Ad Andria, sempre nella processione dei Misteri,
il posto del Legno Santo è preso dalla Spina Santa che,
collocata in un prezioso reliquiario, viene portata in processione dal vescovo.
Si vuole che questa spina, lunga otto centimetri, sia una di quelle della
corona che cinse il capo di Gesù. Donata alla Cattedrale di Andria, nel 1308 da Beatrice
DAngiò, è ritenuta una reliquia miracolosa: quando il Venerdì Santo coincide
con il giorno dellAnnunciazione della Vergine(25 marzo), le macchie di
sangue raggrumato, che normalmente si vedono sulla Spina, diventano di un rosso
vivo come sangue freschissimo. Dal 1633 levento si è verificato tredici
volte. Lultimo è documentato nel 1932. La processione dei Misteri senzaltro
più famosa è quella di Taranto: le statue ogni anno vengono messe
allasta
e i quattro portatori che offrono di più si aggiudicano lonore di portare
a spalla per le vie della città, il simulacro.
LA PROCESSIONE
Ogni comune ha la "sua" processione, tuttavia alcuni tratti e alcuni
elementi possono essere simili. In molti paesi apre il corteo il tamburo che
battendo colpi continui, netti e sonori, fa ricordare un battere di martello
sui chiodi che si infilano nel legno. Seguono le donne e le "sorelle della
congrega" in due file laterali , quindi una croce portata dal "confratello
anziano", seguita dai "fratelli" della Congrega. Lordine
e landamento della processione è tenuto dal "Decurione". Segue
la statua o le statue portate a spalle dai devoti che contano da un numero
massimo di trentasei elementi suddivisi in tre assi, come a Ruvo di Puglia,
ad un numero minimo di quattro suddivisi in due assi(uno per ogni angolo),
come a Taranto. I "devoti" possono indossare un camice bianco
con cingolo, scapolare e guanti neri(Ruvo di Puglia), oppure vestire
in frak o smoking (Bari, Lecce, Bitonto, Triggiano).
In prima fila, seguono il simulacro, il Priore, il Primo Assistente e il
Secondo Assistente (laici), quindi, in seconda fila, il parroco o rettore
della chiesa
con le Autorità Civili e militari, subito dopo i fedeli e altri devoti di sesso
maschile la banda che esegue le "marce funebri".
L'AMBIENTE
Anche questo aspetto è diversissimo da comune a comune.
A Molfetta tutto si svolge in silenzio e raccoglimento, senza luci o
coperte di seta ai balconi; si sente solo la banda cittadina che segue la processione
e la tromba che la precede.
A Bitonto tutto si svolge nel buio completo. Operai dellENEL precedono
la processione per spegnere i lampioni dellilluminazione pubblica, mentre
le abitazioni spengono tutte le luci allinterno ed eventualmente allesterno.
Verso mezzanotte, ai lati delle strade attraversate dalla processione, falò di
legna e pece, sistemati in appositi bracieri, illuminano sinistramente la città.
A Ruvo di Puglia tutti i balconi delle vie attraversate dalla processione
vengono tappezzati da bianchissime lenzuola di lino: è il ricordo della Sindone
che avvolse il corpo di Cristo prima di essere deposto nel sepolcro.
A Modugno, a fine processione, le statue non rientrano in chiesa perché sono
di privati, vengono esposte in piazza ed aspettano la mezzanotte per i fuochi
dartificio.
A Noicattaro particolare menzione meritano i Via Crucis. Uomini
di ogni ceto sociale, col volto incappucciato e il capo coronato di spine,
indossano un saio nero e , a piedi scalzi, trascinano una grossa catena legata
alla caviglia e una pesante croce sulle spalle. Si incontrano per le strade
a gruppi o isolati, notte e giorno, durante il Giovedì e il Venerdì Santo
per la visita ai Sepolcri. I cruciferi di Noicattaro rimangono
completamente anonimi, persino ai loro familiari.
Davanti al tempio della Madonna della Lama, arde, per tutti i tre giorni
della Passione, un enorme falò alimentato dai quintali di legna offerta dai
cittadini.
(Ninf)
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